Una sfoglia sottile, un cuore di formaggio, un velo di miele o una nuvola di zucchero...
Chiudi gli occhi e senti il dolce contrasto..è il sapore della Sardegna..
CATALUFAS TZACARRAMANU
Sinonimi
Area Geografica
Sardara
Fonte Immagine descrittiva:
Foto non descrittiva
Descrizione
Pasta fresca alimentare, discoide con diametro variabile fra i 3 e i 7 centimetri e uno spessore di 0.2, 0.5
centimetri, ottenuta da un impasto di semola fine di grano duro, acqua tiepida e sale. L’aspetto rustico è
caratterizzato dalla irregolarità dei dischetti per diametro e spessore. Il colore è giallo paglierino
Ingredienti e Lavorazione
La preparazione della pasta è effettuata esclusivamente a mano ed il suo consumo è immediato. Le quantità
sono funzionali ad un nucleo familiare medio: 500 grammi di semola fine di grano duro, due cucchiaini di
sale fino marino, due bicchieri di acqua tiepida, circa 35-40 cc. La quantità d’acqua è variabile in ragione
della qualità della semola e da particolari condizioni ambientali. Si procede a formare l’impasto unendo lo
sfarinato all’acqua e al sale in appositi contenitori per alimenti. Quando è amalgamato e ben lavorato, si
creano immediatamente i dischetti asportando con le prime tre dita delle mano destra (pollice, indice e
medio) un piccolo pezzetto di pasta che appoggiato sul palmo della mano sinistra si modella a pallina
tramite la rotazione simultanea delle mani. Successivamente la pallina viene schiacciata tramite l’uso delle
dita e delle mani fino ad ottenere un dischetto. La velocità di esecuzione determina la produzione di
dischetti di aspetto eterogeneo che vengono immediatamente immersi nell’acqua bollente
opportunamente salata. La cottura dura dai 12 ai 15 minuti. La pasta viene successivamente condita con un
semplice sugo di pomodoro chiamato “bagna burda”.
Note e tradizione
Questo tipo di pasta anticamente era preparato dagli uomini nelle aie durante la trebbiatura e prima della
fine della lavorazione del ciclo del grano (prima de “s’incungia”) nel mese di luglio. Cotta e adagiata su una
fetta di pane raffermo, condita con il caratteristico sugo semplice di pomodoro “bagna burda” e con
formaggio pecorino in alternatìva, posta all’interno di un contenitore fino a formare diversi strati.
In tempi più recenti, le catalufas sono eseguite anche utilizzando ritagli degli impasti del pane civraxiu o
della pasta dei ravioli “tallutzas” e condite semplicemente con del formaggio fresco sciolto nell’acqua di
cottura della pasta “incasada”.
Fonte Testi e Contenuti Sezione
>Elenco dei prodotti tradizionali ossia quei "prodotti agroalimentari le cui procedure risultano consolidate redatto dall'Assessorato dell'Agricoltura e Riforma Agropastorale Servizio Sviluppo delle Filiere Agro alimentari e dei mercati
>SardiniaPoint.it