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Civraxiu, Civràxu, Civàrzu

Sinonimi

Civràxu, Civàrzu

Area Geografica

Tutta la Sardegna

Fonte Immagine descrittiva:

Descrizione

Pane di grossa pezzatura, oltre 2000 grammi (anche se si possono trovare di pezzatura inferiore, ma non al di sotto dei 1000 grammi), ben lievitata, di colore giallo ambrato, rispecchiante il colore del grano duro
maturo.

Ingredienti e Lavorazione

Ingredienti: semolato di grano duro sardo, acqua, lievito naturale (“su fermentu” o “sa mamma”)
che deve essere rinnovato quotidianamente, sale. Attualmente nei panifici industriali vengono utilizzati anche lieviti chimici per poter ridurre i tempi di produzioneLa lavorazione avviene attraverso le seguenti fasi: - amalgama degli ingredienti: in questa fase, l’impasto composto da semolato di grano duro sardo, acqua, lievito naturale (“su fermentu” o “sa mamma”), viene costantemente inumidito in modo da ottenere la necessaria elasticità; - lievitazione dell’intero impasto all’interno di una grossa madia per circa 60/90; - pezzatura a mano della pasta che viene riposta dentro ai cestini, rivestiti di lino e cotone, che hanno la funzione di assorbire l’umidità della pasta e di dare, di conseguenza, il tipico colore dorato alla crosta del Civràxiu. Qui avviene la seconda e definitiva lievitazione della durata di circa quattro/sei ore; - la cottura (che dura circa 60 minuti a 300°C) conclude il ciclo di
produzione.

Note e tradizione

Questo tipo di pane veniva consumato soprattutto da coloro che lavoravano in campagna, poiché era
considerato il pane dei poveri e per il suo colore scuro era chiamato anche pane nero (pani nieddu) dal
colore della farina scura.
L’archeologo Giovanni Lilliu, nella prefazione del libro “In nome del pane” – Carlo Delfini Editore, afferma
che tale lavorazione già prima del ‘700 era fortemente connaturata nella realtà quotidiana.
L’archeologo Giovanni Lilliu, nella prefazione del libro “In nome del pane” – Carlo Delfini Editore, afferma
che tale lavorazione già prima del ‘700 era fortemente connaturata nella realtà quotidiana.
Questo tipo di pane veniva consumato soprattutto da coloro che lavoravano in campagna, come
storicamente citato nella pubblicazione del 1184 “topografia e statistica medico-storica” del Comune di
Sanluri con note del Dott. Salvatorangelo Ledda (Pag.67, capoverso IV cita: “…il pane comune è il civraxiu –
pani cibrarius degli antichi romani – assai grosso, tuttavia ben coto, gustosissimo e preferibile al miglio pane
lavorato con il processo dell’arte, quale è usato dai genovesi e dai francesi….”;
“Non temo di essere contraddetto s’io asserisco, scrisse uno scrittore degno di fede, non esservi miglior
pane del sardo (Il Bresciani);
In tutta la Sardegna è rinomato per grossezza, per bontà e grado di nutrizione il civraxiu di Sanluri;
pag.68, capoverso I: di farina si hanno tre gradi, come l’avevano i romani: semolino – simbula, fior di farina;
crusca – poddini.

Fonte Testi e Contenuti Sezione

>Elenco dei prodotti tradizionali ossia quei "prodotti agroalimentari le cui procedure risultano consolidate redatto dall'Assessorato dell'Agricoltura e Riforma Agropastorale Servizio Sviluppo delle Filiere Agro alimentari e dei mercati

>SardiniaPoint.it

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